Antartide, arriviamo!

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Sembra proprio che Morgana Production stia per partire per l'Antartide!

Ancora non riesco a crederci dopo tutto questo tempo…

 

Nel 2016 il nostro amico giornalista Stefano Valentino aveva seguito la missione del P.N.R.A. - Programma Nazionale per le Ricerche in Antartide nel Mare di Ross, per valutare le variazioni di temperatura e salinità delle sue acque, dati che potrebbero raccontare come l'ecosistema antartico stia mutando e come queste variazioni incideranno sul cambiamento climatico terrestre.

Inutile dire la portata delle immagini riportate e l'importanza dei dati raccolti. Guardando quel materiale che non avevamo dubbi, dovevamo raccontare la prossima missione con un documentario.

Dall'Italica alla Laura Bassi

Dal 2016 a oggi, però, dire che qualche impedimento si è frapposto alla nostra determinazione è dir poco: in primis, la nave oceanografica italiana Italica è stata rottamata, quel gigante di metallo che per anni ha accompagnato fedelmente la ricerca italiana in Antartide non era più adeguata ai nuovi standard tecnologici e di sicurezza.

Ci sono voluti anni affinché il P.N.R.A. riuscisse a dotarsi di una nuova nave adatta alle sue esigenze: nel 2019 l'O.G.S. - Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale, membro ovviamente dello stesso P.N.R.A., ha acquistato dalla Gran Bretagna la nave rompighiaccio Shackleton, rinominandola Laura Bassi in onore della nota fisica bolognese.

Ovviamente, ricevuta la notizia, il nostro gruppo è partito alla carica scrivendo un progetto di documentario e presentandolo al P.N.R.A., ricevendo immediatamente entusiasmo e collaborazione.

Dobbiamo considerare che il P.N.R.A. è coordinato dal Ministero dell'università e della ricerca e formato dagli enti di ricerca più importanti del nostro Paese: C.N.R. - Consiglio Nazionale delle Ricerche, E.N.E.A. - Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, I.N.G.V. - Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, I.N.A.F. - Istituto Nazionale di Astrofisica, il già citato O.G.S. e molte delle università italiane con i propri ricercatori; dare voce a queste eccellenze era il nostro obiettivo, raccontare come i nostri scienziati possono avere di fronte agli occhi il destino del nostro pianeta e della qualità della nostra vita nel futuro più prossimo, scienziati, donne e uomini con progetti necessari e ambiziosi, con sogni e paure, con una vita complessa come sono complesse tutte le vite, ma con la responsabilità in più di far comprendere come il nostro procedere sulla Terra sia ormai fuori controllo.

Scrittura, lavoro, programmazione

Mesi di scrittura, di lavoro, di programmazione ma, come ben immaginate, alla fine del 2019, proprio quando la missione sarebbe partita, ecco che lo tsunami Covid si abbatte su ognuno di noi: l'epidemia non può entrare in Antartide, troppo pericoloso per la vita dei ricercatori che vivono lì e per chi passa mesi in una nave isolata in mare, perché il soccorso sarebbe praticamente impossibile. Il progetto si blocca.

L'estate scorsa il P.N.R.A. vara due bandi: uno in stile più giornalistico, per raccontare, da una parte, la vita nella base Mario Zucchelli e, dell'altra, per seguire la spedizione di ricerca nella Laura Bassi, ed uno di più ampio respiro per progetti documentari più complessi e lunghi.
Ovviamente partecipiamo a entrambi.

La nave sarebbe partita da Christchurch, Nuova Zelanda i primi giorni di gennaio, quindi si sarebbe trattato di partire dall'Italia alla fine di dicembre.

A ottobre iniziamo a fremere, sappiamo che la Rai ha mandato un suo giornalista alla base Mario Zucchelli, ma chi seguirà la missione in nave non lo sappiamo.

Sfoderiamo tutti i nostri contatti e iniziamo a martoriarli quotidianamente per avere notizie, ma nessuno sa darci novità, ci sono difficoltà legate alla nave, più piccola della precedente, per tanto i posti sono meno e soprattutto ci sono problemi per il rientro, che andrebbe fatto con gli aerei militari americani, non si può rimanere due mesi e mezzo sulla Laura Bassi.

Si parte

Giovedì 29 novembre, quando ormai ogni speranza era abbandonata, arriva la comunicazione: partite, iniziate a informarvi per i biglietti.

Gioia e panico allo stesso tempo, meno di un mese per organizzare un documentario in Antartide, dire impossibile è dir poco, nessuna possibilità di firmare un contratto di prevendita, poche possibilità di trovare qualche “lettera di interesse”, ma diamine, siamo gli unici ad andare in Antartide sulla Laura Bassi, non si può rinunciare.

Quindi iniziano le notti insonni, i pensieri ossessivi, i lapsus che ti fanno dire "nave" al posto di "chiave" (Prendi la nave prima di uscire!) e "ghiaccio" al posto di "faccio" (Ti ghiaccio un caffè?) e in casa ti guardano con pietà.

Partire per una missione del genere significa essere in regola con il ciclo vaccinale Covid, in un momento in cui tutte le restrizioni e le regole si stanno allentando, quindi non è semplice risalire allo storico vaccinale e trovare dove fare un'eventuale altra dose; significa dover fare un corso di prima emergenza e soccorso che non si tiene a Roma, dove noi risiediamo, e soprattutto che ha delle date definite e dei posti esauribili; significa passare una visita medica molto rigorosa, da fare a ridosso della partenza, e se non la passiamo? Non si parte…

Ma l'ottimismo non può mancare in questi frangenti.

Chi sta scrivendo purtroppo non potrà partire, anche se era uno dei suoi sogni, ma andranno Stefano Valentino e Lorenzo Pallotta, giornalista e filmmaker: io seguirò la comunicazione dall'Italia, sperando che questa sia possibile, poiché la nave ha una connessione ovviamente molto lenta e frazionata, siamo al polo sud, dove l'asse terrestre interferisce fortemente su tutti i sistemi e soprattutto non ci sono ripetitori in mezzo al mare!

Quindi farò il possibile per raccogliere il materiale che mi manderanno, montandolo e rendendovelo gustabile, vi farò da cantastorie delle loro avventure e di quelle del top della ricerca italiana!

 

Chiara Bellini '22

 

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