Da grande voglio fare la scienziata

antartide chiara bellini climatologia laura bassi mario zucchelli scienza Jan 26, 2023
 

La nave oceanografica Laura Bassi ha lasciato la base italiana antartica Mario Zucchelli: siamo a metà del lavoro.

 

Alla base sono stati riforniti di beni di sussistenza i ricercatori che vivono e lavorano e lì, poi la nave è salpata di nuovo per permettere ai progetti oceanografici di riprendere carotaggi e rilievi.

Ma di rilievi ne sono stati già fatti lungo la navigazione: sono stati recuperati i mooring lasciati in mare un anno fa, che hanno registrato le correnti, la salinità e la temperatura del Mare di Ross, ogni mezz’ora per un anno intero e questo processo è stato portato a termine ogni anno dal 1995, pensate che puzzle dettagliatissimo è possibile avere in questo modo, quasi trent’anni di dati per una fotografia del cambiamento climatico.

Negli abissi

Contemporaneamente sono stati calati negli abissi i multi-corer, che hanno fatto un carotaggio di sedimenti marini risalenti addirittura a 2000 anni fa.

L’antico e il moderno a confronto per capire l’andamento del clima e le reazioni della Terra, per mettere a punto un piano che possa aiutare il pianeta a fronteggiare cambiamenti troppo repentini per la vita umana e non solo.

La vita a bordo è stata finora estremamente frenetica, il ritardo nella partenza, il mare in tempesta, ma fare ricerca a bordo di una nave oceanografica in Antartide significa essere pronti a fronteggiare mille difficoltà, dall’errore umano all’imprevisto meteorologico, dal corpo piegato dal mal di mare alle 24 ore di luce al giorno che mandano in tilt il ritmo sonno-veglia.

Comunità scientifica e comunità umana

Fare ricerca su una nave oceanografica significa aver accesso a un sapere straordinario da comunicare all’intera comunità, non solo scientifica, ma umana; significa poter mettere letteralmente le mani là dove nessun altro arriva, significa respirare un’aria che è preclusa ai più, specchiarsi nelle acque più limpide del globo, toccare un ghiaccio che racchiude in sé millenni di storia, pensate cosa significa trovarsi faccia a faccia con qualcosa che esisteva quando noi stessi non eravamo nemmeno previsti dai piani del destino, qualcosa che esisteva e resisteva e ora sta per non essere più.

Significa avere il privilegio di poter osservare in natura creature che mai potremmo incontrare nel mondo così detto civilizzato; chissà cosa pensa una foca quando si vede passare accanto una nave gigantesca, forse la scambia per un altro abitante del posto, un altro animale, rigido e freddo, enorme e rumoroso, ma a ben vedere non si spaventano queste creature al suo passaggio, la osservano placide, forse incuriosite.

Non sanno loro quale destino sta per avverarsi, non hanno paura del domani, non si spiegano la minor quantità di ghiaccio, le temperature più calde, ma noi abbiamo una responsabilità anche nei loro confronti, troppe specie si stanno estinguendo per il nostro sciocco e scellerato comportamento e i nostri ricercatori hanno anche l’obiettivo di preservare dalla sparizione questi meravigliosi fragili esseri.

  

Chiara Bellini '23

 

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