Il rischio di un futuro sommerso dai rifiuti

ambiente chiara bellini francesco scura inquinamento malagrotta Oct 08, 2016
 

Ormai non ricordo più come è cominciato tutto, ormai ho la sensazione di occuparmi di monnezza da sempre, ma così non è... e un inizio ci deve pur esser stato.

 

Dev'essere stata la manifestazione in piazza dei Santi Apostoli a Roma, sì... cinque o addirittura sei anni fa, il coordinamento No Inceneritore stava manifestando contro la costruzione dell'inceneritore di Albano, un manifestante di Aprilia mentre parlava della turbo-gas piangeva accorato, la testimonianza scioccante di chi arrivava dalla Valle del Sacco con tutte le sue criticità, e poi qualcuno di Malagrotta, rifiuti, inceneritori, una raffineria, l'aeroporto... ma ci si sono proprio accaniti, pensai... e la voglia di andare a ficcarci il naso (in tutti i sensi) arrivò.

Il panettone di rifiuti

Pioveva quel giorno, me lo ricordo bene, con le nuvole basse e l'acqua che scendeva dal "panettone di rifiuti", l'aria era irrespirabile, dopo pochissimo avevo già un mal di testa lancinante, eppure c'era gente che ci abitava e ci lavorava (e che lo fa tutt'ora in condizioni quasi identiche).

Iniziai a chiedere, a incontrare persone, associazioni, mi ci sono voluti degli anni per avere chiara tutta la situazione, e la volontà di dar voce a chi quotidianamente lotta per i propri diritti alla salute, ad un tenore di vita dignitoso non potevo non ascoltarla.

Sul piede di guerra

Quando abbiamo iniziato le riprese del film-documentario sembrava un periodo di grandissimo cambiamento: l'inizio del 2014, Manlio Cerroni e alcuni suoi collaboratori erano stati appena arrestati, la discarica era stata chiusa da poco, l'emergenza idrogeologica aveva messo i riflettori addosso all'ex raffineria e all'inceneritore di rifiuti ospedalieri, tutti gli abitanti della zona erano sul piede di guerra per rivendicare i propri diritti e intorno a loro si muoveva una stampa partecipe e un'energia collettiva per il cambiamento.

Si fecero raccolte di firme, manifestazioni, incontri dell'Osservatorio ambientale in municipio.

Poi, di nuovo, il silenzio

Grande fermento, grande interesse.
È durato tutto qualche mese, poi, di nuovo, il silenzio.

E questo è il destino di tutte le popolazioni che vivono in aree ambientalmente critiche, si fa un gran parlare quando scoppia il bubbone, e poi tutto finisce: ipocrisia e silenzio.

Questo film non ha la velleità di cambiare le cose, la bonifica della Valle Galeria non partirà domani.
Con questo film però spero di spronare tutti a riappropriarsi dei propri territori.

È tornato il tempo di guardarci intorno

Per troppo tempo abbiamo delegato il controllo e la cura del nostro ambiente alle istituzioni, a enti preposti che hanno fatto il bello e il cattivo tempo in base all'onestà dei funzionari.

È tornato il tempo di guardarci intorno, di controllare lo stato di salute della nostra terra, di denunciare gli abusi e di stare col fiato sul collo di chi dovrebbe "ripulire la nostra casa".

È questo che fanno gli abitanti della Valle Galeria, non si fermano mai, dopo decenni di abusi sul territorio sono diventati delle sentinelle, costantemente presenti e organizzate: esempi virtuosi che ognuno di noi può seguire per il proprio bene.

Il primo, prestigiosissimo passo

Con la Festa del Cinema di Roma, Alice nella Città, e Kino Panorama Italia abbiamo posto il primo (prestigioso) gradino nella direzione con cui il film "La grande monnezza" è stato pensato, realizzato e ora, finalmente, reso disponibile: "Tutto questo è Kino Panorama Italia, una linea di programmazione curata in collaborazione con Alice nella Città, due identità che condividono una mission culturale ben precisa: la formazione e l'educazione cinematografica delle nuove generazioni e la scoperta e valorizzazione di un cinema nuovo capace di raccontare storie intense e coraggiose nei modi inventivi del cinema indipendente".

Autori, produttori, cast e troupe saranno tutti presenti alla presentazione ufficiale di venerdì 21 ottobre 2016, alle 18.30: vi aspettiamo!

Il riappropriarsi della propria vita, della propria terra, del proprio futuro passa dalle azioni di tutti i giorni... può passare dal raccontare le proprie esperienze, dal saperle ascoltare, dal desiderio di volerle rappresentare fino all'istanza culturale di poterle sostenere.

Intanto, grazie!
Grazie a chi ha creduto in questo lavoro e lo ha aiutato quando ancora era in uno stato embrionale, grazie a chi ne ha permesso la realizzazione e il completamento e grazie, ancor di più, a chi, oggi e non domani, parteciperà attivamente pensando a una società diversa.

Vi aspettiamo (anche al cinema)!

 

Chiara Bellini '16

 

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