L'insostenibile leggerezza dell'essere negazionisti

ambiente antartide donald trump francesco scura negazionismo scienza Jan 15, 2023
Cambiamento climatico

Il 29 dicembre scorso, proprio mentre decine e decine di figure mitologiche e immaginarie come scienziati, ricercatori e tecnici specializzati erano nel fervore dei preparativi della XXXVIII spedizione italiana in Antartide, il sindaco di un piccolo paese dell’Appennino bolognese dichiarava: "Il cambiamento climatico? Io credo poco a questi scienziati che guardano il futuro: quella che è in atto è una vera e propria guerra alla montagna, questa è la verità e con tutta questa propaganda vogliono soltanto spopolarla sempre di più".

 

La dichiarazione non può e non deve rimanere inascoltata: per quanto la mia personale, fisiologica dose minima consentita di negazionismo mi porti a dubitare dell’esistenza del sindaco, del piccolo paese e dello stesso Appennino bolognese, ritengo doveroso analizzare e riconsiderare i fatti delle ultime settimane alla luce di questa nuova, sconcertante rivelazione.

Poi sì, in fondo è domenica, c’è una pioggia leggera e un po’ di cambiamento climatico si sposa meglio con la precarietà del tutto rispetto ad altri temi caldi, quasi scottanti, dell’attualità internazionale come la Terra piatta, i coccodrilli nelle fognature o se è meglio il libro del film.

È una promessa ai lettori, ammesso che esistano anch’essi: nella narrazione degli eventi più recenti sarò analitico, rigoroso e scientifico come nei più celebrati documentari di ricerca della Marvel.

In giro per l’Italia, poche settimane fa

Con lo staff di Morgana Production, società dall’esistenza ancora indimostrata, abbiamo incontrato numerosi ricercatori dei vari enti scientifici che, a vario titolo, partecipavano già attivamente all’ormai prossima missione in Antartide.

Sono sincero, al termine di queste riunioni preliminari mi è sempre rimasto un qualche senso di incertezza, dubbio, scarsa trasparenza… all’inizio, ingenuamente, ho pensato che alcune difficoltà di comprensione nascessero dalla mia personale carenza di formazione scientifica, e invece no, il disegno della mistificazione sa essere grande, immenso, epico e tutti lavorano di comune accordo perché la fantasiosa architettura del cambiamento climatico continui a governare le nostre coscienze e i fin troppo annoiati venerdì di Greta.

Eppure mai, mai avrei detto che l’obiettivo celato (nascosto come neanche le chiavi quando stai per uscire) fosse spopolare le montagne, soprattutto quelle dell’Appennino bolognese.

Il puzzle, lentamente ma inesorabilmente, iniziava a prendere delle forme intelligibili e tutto sembrava combaciare alla perfezione: il negazionista, infatti, vive uno stato di solitudine (non solo mentale, probabilmente) che, in confronto, i ricercatori isolati per un mese e mezzo su una nave oceanografica tra i ghiacci e il mare in tempesta vivono una dimensione da rave urbano illegale.

Nell'oscuro mondo della ricerca scientifica

Ecco, i ricercatori: loro sono i colpevoli, loro sono i veri artefici della disinformazione e che, aggravante da pena corporale, fanno della mia accudita ignoranza una colpa.

Pensateci, anche se non esistete: trentaquattro persone, tra ricercatrici e ricercatori che mentono consapevolmente l’una all’altro, che fanno finta di gettare in mare strumenti di rilevazione e poi, con un ghigno di mefistofelica soddisfazione, si divertono a scrivere numeri a caso sui quaderni a quadretti grandi della mistificazione e dell’oblio.

Pensate poi all’equipaggio, altre decine di persone che annuiscono in modo complice e colpevole per continuare ad alimentare il sabba della finzione climatica, un equipaggio al completo in cui la recitazione da premio Oscar raggiunge il climax nel non avere freddo (perché tanto ormai il clima è impazzito).

Pensate infine ai familiari di tutte queste persone: coniugi, figli e genitori delle ricercatrici ormai obnubilati e trasformati in agenti del nemico, in avanguardie determinate e violente della disinformazione scientifica: bambini che a scuola lasciano cadere il seme del dubbio, e che fanno finta di sorprendersi quando qualcosa germoglia… bambini che fanno proseliti con la loro apparente innocenza, bambini che sudano proditoriamente per alimentare il dramma teatrale delle mezze stagioni che, guarda caso, non esistono più.

Più case vista mare

Perdonate lo sfogo, ma quando il valore della verità incontrovertibile si erge in tutto il suo vigore, le parole fluiscono senza freni e senza alcuna possibilità di censura, proprio come quando dall’Antartide, sempre attraverso l’Appennino bolognese, ci spingiamo fino in Alaska, dove risuonano fulgide le sagge parole dell’eminente scienziato Donald John Trump: "Il clima? Se gli oceani si alzano, avremo più case vista mare".

Nel frattempo, un altro giorno sta passando nell’eterna lotta tra il bene e il male, mentre le voci si attenuano e i rumori di fondo sfumano, un altro giorno in cui il negazionista dà quasi l’idea di non esistere quando sottovoce sembra citare Woody Allen: “Il mio unico rimpianto è di non essere un’altra persona”.

 

Francesco Scura '23

 

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