Libri di ghiaccio

ambiente antartide artico chiara bellini enea ester colizza laura bassi tommaso tesi Jan 08, 2023
 

E mentre la nave oceanografica italiana Laura Bassi è in navigazione verso l’Antartide, vi racconterò dei ricercatori che sono a bordo per condurre i propri studi, che ci faranno luce sull’andamento del cambiamento climatico terrestre.

 

Non so se sarà possibile nei primi giorni di viaggio fare delle dirette dalla nave, la nostra nave dovrà attraversare il mare in tempesta, le previsioni meteorologiche non sono buone, la comunicazione sarà tecnicamente complicata e l’equipaggio, tecnico e scientifico, sarà bloccato nelle rispettive cuccette ricoperto di cerotti anti-vomito, perché le onde del mare di Ross in tempesta riescono a superare i 5 metri di altezza!

Allora vi presenterò intanto alcuni dei ricercatori imbarcati, che ho avuto il piacere di incontrare prima della partenza, e lo farò in rigoroso ordine cronologico.

I primi scienziati con cui abbiamo parlato sono stati Ester Colizza, che abbiamo incontrato nello scorso post, e Tommaso Tesi, geochimico organico, per la prima volta sulla Laura Bassi.

Un progetto paleoclimatico

Tommaso porta avanti un progetto paleoclimatico che si chiama GRETA, ossia un progetto di confronto tra le variazioni climatiche del passato e le previsioni del futuro.

Con gli strumenti tecnologici a disposizione sappiamo come è variato il clima dagli anni ‘80 ad oggi, grazie allo studio dell’estensione dei ghiacciai marini artici e antartici, e abbiamo delle previsioni, ad esempio grazie ai report dell’I.P.C.C. - Intergovernmental Panel on Climate Change, che arrivano circa al 2100.

Ora, la domanda che ci poniamo anche con Tommaso Tesi, così come abbiamo fatto con Ester Colizza, è: qual è la differenza tra variazioni climatiche “naturali” e quelle dovute all’azione massiva dell’uomo sul Pianeta?

Perché sappiamo che nei secoli variazioni climatiche naturali ce ne sono sempre state, dovute a fenomeni tellurici, vulcanici, astronomici, ma con la rivoluzione industriale l’azione dell’uomo è stata estremamente impattante sul clima, quindi, la Terra riuscirà a reagire con la stessa capacità risolutiva o no?

Archivi di sedimenti

Per capire questo Tommaso ci spiega che esistono degli archivi di sedimenti che contengono campioni antichi di 2000 anni; per raccogliere questi campioni si utilizzano degli strumenti che si chiamano multi-corer, apparecchi formati da 12 tubi, un attrezzo circolare a cui sono appese delle sorte di mini carote, con una testa pesante che permette di farle penetrare nel fondale marino fino a 10 o 15 metri, andando così a isolare un campione che è un po’ come un libro, dove i livelli superiori rappresentano gli strati più recenti, mentre, scendendo sempre più in profondità, si raggiungono quelli più antichi.

Questi campioni vengono poi analizzati nei vari centri di ricerca italiani e conservati nei sorting center, ad esempio nel principale di Trieste che risiede nel Museo dell’Antartide di cui è responsabile Ester Colizza, ma anche all’I.S.P. - Istituto di Scienze Polari di Bologna.

Un quadro dell'evoluzione climatica

Il progetto di Tommaso Tesi ci permette quindi, in sinergia con gli altri che vedremo di volta in volta, di avere un quadro dell’evoluzione climatica che potrà spingersi sino al prossimo secolo, così che si possa avere un’idea anche delle reazioni “naturali” del Pianeta a questi cambiamenti e possiamo far fronte alle difficoltà che ci si presenteranno.

Se andiamo a vedere ad esempio lo scioglimento dei ghiacci (nel video vediamo la calotta artica, quella a oggi maggiormente studiata e per la quale ci sono maggiori dati), ci accorgeremo che da qua a cento anni molte zone che oggi risultano fredde e poco abitabili, saranno diventate temperate e coltivabili, la distribuzione antropica aumenterà, ma le zone oggi calde diventeranno desertiche, molte coste spariranno, la morfologia delle terre emerse cambierà completamente e così anche le nostre necessità ed abitudini, questo porterà a ulteriori migrazioni verso paesi più vivibili e richiederà grandi capacità di adattamento e convivenza.

Guerre, cambiamento climatico e flussi migratori

Guerre e cambiamento climatico sono le cause dei maggiori flussi migratori, le terre abitabili diventeranno sempre meno così come le risorse necessarie alla sopravvivenza, la ricerca di soluzioni è sempre maggiore, in questa direzione il lavoro dei nostri scienziati diventa di vitale importanza.

 

Chiara Bellini '23

 

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